giovedì 11 ottobre 2012

Vergogna a Mirano: rubate anatre, carpe e tortore dal Parco Belvedere


Mirano, la vergogna di una domenica notte: sono state rubate nel parco Belvedere un centinaio di anatre  e con loro anche una ventina di colombe e tortore e decine di carpe, pescate abusivamente dal Muson. Di sicuro le anatre non sono migrate per l’inverno: selvatiche infatti non lo erano più da tempo, da quando avevano imparato che lì in quel parco (almeno fino a domenica), l'uomo non era un pericolo. Ce ne erano circa 120-140 esemplari, a seconda dei periodi, ora ne sono rimaste una trentina. Sparite una ventina tra colombe e tortore che erano cresciute in cattività nella voliera di villa Belvedere. Sparito anche un numero indefinito di carpe che nuotavano nel Muson, sotto il ponte che collega i parchi di villa Belvedere e villa XXV Aprile, protetti dal divieto di pesca.
Una razzia in piena regola che lascia interdetti per come è stata condotta e la quantità di animali spariti nel nulla, senza che nessuno se ne sia accorto.
La mattina seguente il parco ha attirato particolarmente l'attenzione perchè appariva deserto e inspiegabilmente silenzioso. Niente starnazzi di anatre, nessuna carpa a pelo d'acqua (animali non indifferenti, visto che arrivano a pesare fino a 10kg), nessun batter d'ali.
La tristezza più grande resta ai bambini che nutrivano pesci e anatre col pane, che avevano dato un nome alle anatre e che erano riusciti ad accarezzarle, imparando che animale e uomo non sono poi così diversi.
Per ora non ci sono colpevoli, ma sospetti ce ne sono molti. Alcuni residenti della zona chiamano in causa un gruppo di stranieri che domenica pomeriggio erano stati sorpresi a pescare nel fiume, nonostante i divieti, addirittura con le reti.
Resta un mistero: nessuno sa che fine abbiano fatto gli animali, probabilmente prelevati vivi mentre erano appollaiati a dormire sulle rive del Muson.

Commenta Trudi Brandle del gruppo VegAnzi: "La cosa terribile, se ci pensiamo bene è che gli animali, di qualunque specie (compresa quella umana) non hanno pace da nessuna parte, neanche nelle oasi o nei Parchi nazionali (noi ovviamente abbiamo altri sistemi di confinamento). Ci diamo un gran daffare a volerli salvare e ciò ovviamente è meritevole, ma non abbiamo capito che i primi da salvare
dal male più grande siamo proprio noi umani.: dal nostro egoismo e dalla nostra avidità. L'unico grande investimento della specie umana dovrebbe basarsi proprio nella cultura del rispetto e della conoscenza verso chiunque."

E come potremmo darle torto?
Solo una parola: vergogna.

                        
                                              - Giulia Pellegrin -




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