Mirano, la vergogna di una domenica notte: sono state rubate nel parco Belvedere un centinaio di anatre e con loro anche una ventina di colombe e tortore e
decine di carpe, pescate abusivamente dal Muson. Di sicuro le anatre non sono migrate per l’inverno: selvatiche infatti non lo erano più da tempo, da quando avevano imparato che lì in quel parco (almeno fino a domenica), l'uomo non era un pericolo. Ce ne erano circa 120-140 esemplari, a seconda dei
periodi, ora ne sono rimaste una trentina. Sparite una ventina tra
colombe e tortore che erano cresciute in cattività nella voliera di
villa Belvedere. Sparito anche un numero indefinito di carpe che nuotavano nel
Muson, sotto il ponte che collega i parchi di villa Belvedere e villa
XXV Aprile, protetti dal divieto di pesca.
Una razzia in piena
regola che lascia interdetti per come è stata condotta e la quantità
di animali spariti nel nulla, senza che nessuno se ne sia accorto.
La mattina seguente il parco ha attirato particolarmente l'attenzione perchè appariva deserto e inspiegabilmente silenzioso. Niente starnazzi di anatre, nessuna carpa a pelo d'acqua (animali non indifferenti, visto che arrivano a pesare fino a 10kg), nessun batter d'ali.
La tristezza più grande resta ai bambini che nutrivano pesci e anatre col pane, che avevano dato un nome alle anatre e che erano riusciti ad accarezzarle, imparando che animale e uomo non sono poi così diversi.
Per ora non ci sono colpevoli, ma sospetti ce ne sono molti. Alcuni residenti della zona chiamano in causa un gruppo di
stranieri che domenica pomeriggio erano stati sorpresi a pescare nel
fiume, nonostante i divieti, addirittura con le reti.
Resta un mistero: nessuno sa che
fine abbiano fatto gli animali, probabilmente prelevati vivi mentre
erano appollaiati a dormire sulle rive del Muson.
Commenta Trudi Brandle del gruppo VegAnzi: "La cosa terribile, se ci pensiamo bene è che gli animali, di qualunque
specie (compresa quella umana) non hanno pace da nessuna parte, neanche
nelle oasi o nei Parchi nazionali (noi ovviamente abbiamo altri sistemi di confinamento). Ci diamo un gran daffare a volerli salvare e ciò ovviamente è
meritevole, ma non abbiamo capito che i primi da salvare dal male più grande siamo proprio
noi umani.: dal nostro egoismo e dalla nostra avidità.
L'unico grande investimento della specie umana dovrebbe basarsi proprio
nella cultura del rispetto e della conoscenza verso chiunque."
E come potremmo darle torto?
Solo una parola: vergogna.
- Giulia Pellegrin -
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