giovedì 4 ottobre 2012

Obiezione di coscienza per gli studenti universitari contro la sperimentazione animale

Argomento importante quanto scottante quello dell'obiezione di coscienza per gli studenti universitari che si oppongono alla sperimentazione animale.
A volte, un po' perchè non se ne è a conoscenza, un po' perchè non si vuole far conoscere l'argomento, gli studenti ignorano la possibilità di poter fare obiezione di coscienza nel campo della sperimentazione animale.
E si ritrovano, fatto realmente accaduto, a cambiare facoltà o corso di studi, messi di fronte a un: "O fai l'esame con la sperimentazione, o non passi il corso."
Esiste una strada compatibile con l’attuale ordinamento giuridico che porterebbe quasi sicuramente all’estinzione della vivisezione anche senza una sua abolizione formale. Questa strada è stata tracciata quattordici anni fa, ma non è mai stata percorsa fino in fondo.
Il suo fondamento è una legge che permette agli studenti, ai ricercatori, ai tecnici di laboratorio pubblico o privato, di rifiutarsi di praticare o collaborare ad esperimenti di vivisezione. La legge prevede esplicitamente che chi si avvale di questa esenzione non possa «subire conseguenze sfavorevoli».

Mettiamo qui di seguito il link sulla legge 413 del 12 ottobre 1993.
La Legge sull'obiezione di coscienza alla vivisezione pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale n.244 del 16/10/1993)
http://www-db.deis.unibo.it/~fgrandi/L413.html

Tutti gli studentli studenti possono scaricarla ed usarla.
Mettiamo anche il rapporto sull’ostruzionismo dell’università italiana alla legge sull'obiezione di coscienza alla vivisezione:
http://www.hansruesch.net/articoli/ObiezioneCoscienza.html


La legge sull’obiezione di coscienza alla vivisezione è un passo molto importante verso l’abolizione della vivisezione, in quanto fornisce uno strumento di emancipazione essenziale per ricercatori, tecnici ecc., e ancor più per la creazione di una nuova generazione di ricercatori che negli anni formativi non siano scesi a compromessi né con la scienza né con l’etica. I vivisezionisti se ne sono resi conto subito, ed è per questo che l’hanno boicottata, senza esitare a commettere continuativamente, per anni e anni, un grave reato.

Valorizzare la legge 413/1993 secondo le linee spiegate sopra è una forma di lotta antivivisezionista legale ed efficace.

                                                                - Giulia Pellegrin -




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